“Bad Apple” si può tradurre in italiano come “mela marcia”. Nella nostra lingua la connotazione è molto negativa ma
Bob Sutton – professore di Scienze Manageriali e Ingegneria Gestionale nella prestigiosa università di Stanford – utilizza il termine per indicare i lavoratori che hanno un impatto negativo sull’intero team.
La
gestione delle risorse umane è parte della cultura imprenditoriale
pratica, rivolta a migliorare le condizioni di lavoro per tutti. L’imprenditoria americana in particolar modo investe enormi risorse nella continua ricerca di gestire al meglio i propri dipendenti.
Il perché l’abbiamo visto in molti articoli apparsi nel nostro blog
Dentista Imprenditore: una
migliore cultura d’impresa è il fondamento di dipendenti soddisfatti e realizzati, aspetti che si traducono in
produttività, proattività e qualità del lavoro.
Oggi però, ci occuperemo proprio del concetto di “Bad Apples” e per la precisione di quanto incide la negatività di un singolo collaboratore sul team di lavoro. Nella nostra ricerca ci siamo ispirati a un
importante articolo scientifico dal titolo “Il male è più forte del bene” (Bad is stronger than Good), comparso su
Review of General Psychology nel 2001 e firmato da Roy F. Baumesteir e altri tre colleghi. Se desiderate approfondire l’argomento, potete scaricare l’interessantissimo
documento originale qui.
La ricerca si basa su un principio molto semplice:
un singolo evento negativo ha un effetto molto più forte rispetto a un singolo evento positivo, motivo per cui un lavoratore negativo o demotivato può determinare un effetto a catena su tutto il team, mettendo a rischio tutti i vostri sforzi imprenditoriali.
Emozioni negative, ostilità (manifesta o passiva), relazioni ostili, incompetenza e via dicendo hanno un potere enorme sulla percezione dell’ambiente. L’implicazione per qualsiasi imprenditore è evidente: nonostante l’impegno e le energie investite nell’incoraggiare i vostri dipendenti a fare sempre meglio, a curare competenza e professionalità,
è sufficiente un solo dipendente con atteggiamenti ostili per creare una frattura nel team.
Perché succede questo? I ricercatori riconducono tutto a una prospettiva evoluzionistica: gli individui più attenti agli eventi negativi hanno maggiori possibilità di sopravvivere alle minacce ambientali e questo aspetto è stato trasmesso sia geneticamente che culturalmente.
Il punto è che – pur non avendo più la necessità di difenderci da predatori – la nostra reazione di fronte a eventi negativi è scritta nei nostri geni. Ulteriori studi confermano queste teorie e dimostrano come gli eventi positivi abbiano effetti circostanziati al buonumore, mentre gli eventi negativi influenzano tutti gli stati d’animo, sia positivi che negativi e che
questi effetti durino più a lungo in una proporzione di 5 a 1: significa che per avere interazioni interpersonali sane, gli eventi positivi devono essere 5 volte più frequenti di quelli negativi altrimenti la percezione sarà che “tutto va a rotoli”, anche quando in realtà va tutto bene.
Non ci addentriamo ulteriormente nell’analisi dello studio perché non è questa la sede adatta, quanto sugli effetti per il dentista imprenditore che si trova ad avere a che fare con un dipendente o un collaboratore negativo: quello che può a prima vista sembrare un semplice momento, un comportamento o un atteggiamento isolato, può trasformarsi in un problema e vanificare le energie investite nel creare un team affiatato e produttivo.
Come fare allora per risolvere una situazione simile? Di certo – visto il rapporto di 5:1 – una buona strada è quella di
sopraffare gli aspetti negativi con quelli positivi. Probabilmente
, nel vostro studio ci sono già molte cose di cui essere soddisfatti: è importante però saperle
valorizzare, portarle
all’attenzione,
mettere in luce quanto c’è di buono anche nelle piccole cose e nei piccoli gesti. Questo però non è sufficiente: dovete
essere leader in tutto e per tutto e lavorare per fermare la negatività e i comportamenti distruttivi con l’assertività e la leadership carismatica. I vostri alleati sono il
dialogo, la
selezione, la
formazione, le
ricompense e il
rinforzo positivo. Le sanzioni e la rimozione dal compito sono da applicare solo in casi estremi e quando strettamente necessario, perché spesso combattere la negatività con la negatività porta solo alla disfatta e a una ferita nel team che è difficile da sanare.
Per riconoscere i sintomi della negatività da subito è necessario essere presenti e
accogliere la responsabilità che il ruolo di leader presenta. È un fardello, certo, ma è una fatica che porta risultati concreti. Soprattutto, la leadership è un viaggio che può essere appreso.
La gestione delle risorse umane è un percorso: a voi la responsabilità di intraprenderlo.