A cosa serve il
software gestionale? Di certo non solo a fissare gli appuntamenti. Eppure sono molti gli studi che – per diffidenza, abitudine o semplicemente per un’apparente praticità – si trovano a gestire la contabilità in maniera poco organica, magari attraverso fogli excel e appunti scritti su post-it attaccati al monitor.
Ed è un vero peccato, perché così facendo viene persa l’occasione di sfruttare una vera e propria miniera di informazioni utili a
migliorare la gestione economica dello studio.
Ma dove si trovano questi dati, e come raccoglierli?
È tutto lì,
nel gestionale!
O meglio, dovrebbe essere tutto nel gestionale. E se non ci sono? Se non ci sono, è arrivato il momento di iniziare a chiedervi se state davvero utilizzando il software al meglio delle sue potenzialità.
Inserire in modo organizzato e sistematico i dati come:
fatturato, incassato, preventivi emessi accettati e non accettati,
percentuale collaboratore, fonte di derivazione di ogni vostro paziente, costi fissi, costi variabili, etc è fondamentale per calcolare margini e comprendere la qualità del vostro operato da un punto di vista non clinico.
I risultati diventeranno una vera e propria
bussola alla quale affidarsi.
Abbiamo visto in altri articoli come questi dati siano fondamentali per capire e rispondere a tutte le domande che – in assenza di dati certi – restano all’intuizione dell’imprenditore (e quindi prone ad errori di valutazione).
Le macchine non sbagliano
Una delle resistenze maggiori all’utilizzo strutturato del gestionale derivano dalla concezione errata che sia uno strumento di lavoro “difficile”.
La realtà è molto diversa: la difficoltà non sta nello strumento, quanto nel creare l’abitudine di inserire i dati secondo uno schema di lavoro ordinato, indispensabile per permettere al sistema di funzionare bene: una volta che l’operatore (il DOM, la segretaria, l’odontoiatra stesso) impara a gestire l’inserimento,
la macchina non sbaglia, e per il dentista imprenditore si aprono moltissime possibilità.
Vediamo di ricapitolare – rimandando agli articoli già pubblicati sul nostro
Blog Serimedical – cosa possiamo fare attraverso il controllo di gestione e l’analisi dei dati estratti dal gestionale:
…e molto, molto altro.
Tutto questo sembra difficile?
Non lo è, proprio perché è il gestionale a fare il lavoro “duro”: una volta impostata la raccolta dati in maniera rigorosa, sarà il programma a estrarre i dati sulla base delle nostre indicazioni: al professionista resta il compito di dare una corretta interpretazione. Qua entra in gioco la
cultura imprenditoriale del controllo di gestione, troppo spesso sottovalutata dai professionisti del settore.
In un contesto complesso come quello dell’odontoiatria, dove la concorrenza delle catene odontoiatriche – nella quale vigono logiche di massa e che si permettono di giocare al ribasso – è tale che la percezione del valore professionale della prestazione odontoiatrica è alterata…
sapere è potere!
Dove allora può intervenire il professionista? Non certo abbassando tariffe e qualità delle cure, bensì
lavorando sui margini, per offrire un servizio di alta qualità controllando i costi e
ottimizzando le procedure.
Cambiare per innovare e migliorare
Come cambiare? Dal basso, con
piccoli cambiamenti: il controllo di gestione non è scienza occulta, sono solo numeri e semplici formule economiche: come abbiamo già detto, le conoscenze mediche che sono alla base del vostro lavoro hanno una complessità assai maggiore rispetto a ciò che serve per “riordinare” la gestione economica dello studio. Si comincia con l’osservare, quindi con il
prendere confidenza con i dati e i loro significati; si stabilisce un metodo di lavoro con il team e lo si porta avanti. In tutto questo, sviluppare
le competenze di base e la cultura d’impresa è un investimento dal significato importante: la volontà di abbattere quelle abitudini gestionali che frenano la realizzazione economica dello studio.