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burnout si sente parlare spesso, soprattutto in questi tempi resi frenetici da un nuovo modo di lavorare e di comunicare. Sembra che oggi, per fare successo, non sia più sufficiente fare bene il proprio lavoro. Il mercato è cambiato, sono cambiate le persone ed essere soddisfatti del proprio lavoro sembra sempre più difficile.
Perché - a prescindere da quale sia la nostra professione - vengono richieste sempre più competenze aggiuntive, lontane da ciò per cui abbiamo studiato.
Il burnout è una brutta bestia. Prende il piacere di lavorare e lo distrugge, e pian piano si estende anche al di fuori della pratica lavorativa, fino a intaccare la vita privata. Sì, perché è inutile negare l’evidenza: la qualità della vita dipende da molti fattori, e il lavoro è un aspetto molto importante nell’autorealizzazione.
Se di recente avete un’attitudine negativa nei confronti di ciò che vi circonda (e del lavoro in particolare), se vi sentite spesso frustrati o impantanati, nervosi, fisicamente affaticati e concentrarvi se qualcosa vi sembra sempre più difficile, allora è arrivato il momento di cambiare le cose.
I sintomi elencati sopra sono indicatori di una forte situazione di stress. Le cause possono essere molte - e sicuramente la situazione attuale del mercato non aiuta - ma di sicuro c’è una cosa: fare il dentista è un bellissimo lavoro, e non c’è motivo perché non continui ad esserlo.
Cos’è il burnout?
La psicologia del lavoro definisce il Burnout come una sindrome da esaurimento emotivo, di depersonalizzazione e derealizzazione personale, vissuto soprattutto da professionalità con implicazioni relazionali molto accentuate. È una sindrome in constante e graduale aumento tra i professionisti dei paesi occidentalizzati a tecnologia avanzata. Ciò non significa che qualcosa non funziona più nelle persone, bensì che si sono verificati cambiamenti sostanziali e significativi sia nei posti di lavoro sia nel modo in cui si lavora.
La sindrome del burnout ha maggiore probabilità di svilupparsi in situazioni di forte divario tra la natura del lavoro e la natura della persona che svolge quel lavoro. Un contesto professionale come quello odontoiatrico richiede una forte dedizione ed un notevole impegno, sia in termini economici sia in termini psicologici e le richieste quotidiane rivendicate dal lavoro consumano l’energia e l’entusiasmo. Quando poi successo, conquista ed obiettivi sono difficili da conseguire, molte persone perdono la dedizione data a quel lavoro, cercano di tenersi a distanza pur di non farsi coinvolgere e vivono una situazione di forte disagio.
Da dove cominciare?
La maggior parte dei professionisti, per fortuna, sono ben lontani dal vivere un burnout. Questo non significa però che non si possa comunque fare il possibile per evitare una situazione simile. Dopotutto lo diceva anche la famosissima pubblicità: prevenire è meglio che curare.
Ci sono tre elementi fondamentali per migliorare la qualità della propria vita professionale e privata. Sembrano affermazioni banali, ma riuscire a mettere in pratica anche solo alcuni di questi propositi avrà un effetto positivo sul vostro umore e sulla vostra capacità di affrontare le piccole sfide di tutti i giorni.
Prendetevi cura di voi stessi.
Non stiamo parlando solo delle norme di cura del corpo - anche se il vecchio detto latino
mens sana in corpore sano rimane sempre valido - ma anche dell’aspetto psicologico della vostra vita lavorativa. Iniziate a eliminare i sensi di colpa, non vi servono; purtroppo giudicare (ed essere giudicati) fa parte della natura umana. Imparate a essere meno dipendenti da ciò che pensano gli altri, vi permetterà di dedicarvi davvero alle vostre attività. Non sovraccaricatevi di lavoro e cercate di delegare alle persone di vostra fiducia, siate indulgenti con loro nel caso commettano un errore e, per finire, siate indulgenti verso voi stessi. Tutti sbagliamo, è umano. Ed è essenziale per imparare a fare sempre meglio.
Ritagliatevi i vostri spazi
Per prima cosa definite attentamente il momento del lavoro e separatelo dalla vita privata. All'inizio sembrerà molto duro e vi sentirete in colpa (ma abbiamo già imparato a mettere da parte il senso di colpa, giusto?), poi diverrà man mano più semplice. Basta un po’ di pianificazione: se avete deciso che la sera volete essere a casa per le 19, dite di no ad appuntamenti dell’ultimo minuto. Allo stesso modo programmate del tempo da dedicare alle vostre attività preferite. Non dev'essere nulla di eclatante, a volte anche i piccoli gesti possono ricaricarci completamente: dedicare mezz’ora al giorno per leggere una storia ai vostri bambini o per fare una passeggiata, o qualsiasi altra attività vi faccia stare bene, è un vero toccasana per l’umore e vi consente di staccare dai problemi lavorativi.
Lasciatevi ispirare nel vostro lavoro.
Sembra un consiglio new-age e invece è qualcosa di molto più banale. Ora che vi siete presi cura di voi stessi e avete ripreso in mano le redini della vostra vita privata, è ora di riaccendere la passione per il vostro lavoro. Il modo migliore per farlo è imparare. Si tratta di un’attività diversa dallo studio faticoso dell’università, è un “IO VOGLIO” piuttosto che un “TU DEVI”. Dedicate uno spazio settimanale per aggiornarvi, approfondire una tecnica o un argomento, leggere un libro di natura professionale o frequentare i vostri colleghi per scambiare opinioni e fare network. Infine, partecipate a corsi d’approfondimento, convegni, attività offline. Sono ottimi modi per uscire dalla zona di comfort del proprio studio e realizzare che non siamo i soli ad avere un determinato problema. Il confronto vi aiuterà a ridimensionare le difficoltà e a trovare nuove energie per la vostra carriera.